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Cristiano De André

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Si parte il 30 agosto con Caparezza, per proseguire con The Darkness, Zen Circus e Cristiano De Andrè. Il 1 settembre l'evento rock dell'anno: Blonde Redhead, dEUS e Einsturzende Neubauten tutti sullo stesso palco.

E’ in arrivo una nuova edizione per Settembre: Prato è spettacolo e, come ogni anno, quella che arriva appare sempre come l’edizione più ricca rispetto alle precedenti.

Negli anni sul palco di Piazza Duomo si sono esibiti artisti del calibro di Interpol, Air, Marlene Kuntz, Afterhours, Verdena, Carmen Consoli, Brunori SAS solo per citarne alcuni; quest’anno gli organizzatori si sono superati, portando nella città toscana il meglio del rock mondiale, soprattutto con la data del 1 settembre, che tutti gli appassionati del genere si sono già cerchiati in rosso sul calendario.

Saliranno infatti sullo stesso palco Blonde Redhead, dEUS ed Einsturzende Neubauten per 5 straordinarie ore di rock (si parte infatti alle 19.30): insomma siamo di fronte a tre band che hanno segnato la storia del rock negli ultimi 30 anni ed oltre.

Ma non finisce qui: sarà l’energià di Michele Salvemini, in arte Caparezza, a dare il via il 30 agosto al Settembre Pratese, con il suo “Prisoner 709 Tour”, mentre il 31 agosto sarà la volta dei The Darkness, che nella loro unica data italiana porteranno tutto il loro glam rock, che li ha fatti paragonare negli anni a band quali i Queen, anche grazie alla voce capace di vette acutissime di Justin Hawkins.

Doppio evento addirittura domenica 2 settembre: alle 18, nei locali dell’ex cinema Excelsior, andrà in scena l’omaggio di Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo a Nick Drake intitolato “Way to blue”.

Sarà “l’occasione per assistere all’unico evento nei vecchi locali del cinema Excelsior, prima dell’imminente ristrutturazione per la riattivazione della storica Sala prevista per il 2019.”

In “Way to Blue”, Roberto Angelini e Rodrigo D’Erasmo ripropongono il loro personalissimo tributo al cantautorato di Nick Drake, nato dal disco pubblicato da entrambi nel 2005, “PongMoon. Sognando Nick Drake”. “L’album – spiega la nota – era una rivisitazione di alcuni brani del songwriter britannico, tra cui “Time Has Told Me”, “Things Behind the Sun”, “Pink Moon”, “Day is Done” e molti altri.

Alle 21 poi, in piazza Duomo, spazio alla scena indie italiana con due band storiche come A Toys Orchestra e The Zen Circus, che saranno certo capaci di far prima sognare e poi di infiammare la piazza, senza mezze misure, come ci hanno abituato negli anni con le loro peculiari sonorità.

Il 3 settembre sarà poi la volta di Cristiano De Andrè, che riporterà in vita i classici del padre in un tributo che non può, necessariamente, essere solo un tributo e che certamente saprà emozionare e commuovere i presenti.

Si chiude poi il 4 settembre con un orgoglio locale quale la Camerata Strumentale Città di Prato con una festa musicale dedicata a Leonard Bernstein, a cento anni dalla nascita del compositore.

Ricapitolando:

30 agosto – Caparezza – ore 21.00 – Piazza Duomo (Biglietti: posto in piedi euro 28,75 + prev. ; tribuna non numerata euro 34,50 + prev.)

31 agosto – The Darkness – ore 21.00 – Piazza Duomo (Biglietti: posto in piedi  euro 25 + prev. ; tribuna non numerata euro 35 + prev.)

1 settembre – Blonde Redhead – dEUS – Einsturzende Neubauten – ore 19.30 – Piazza Duomo (Biglietti: posto in piedi euro 35 + prev. ; tribuna non numerata euro 40 + prev.)

2 settembre – A Toys Orchestra + The Zen Circus – ore 21.00 – Piazza Duomo (Biglietti: posto in piedi euro 20,70 + prev. ; tribuna non numerata euro 28,75 + prev.)

3 settembre – Cristiano De Andrè – De Andrè canta De Andrè – ore 21.00 – Piazza Duomo (Biglietti: parterre primo settore numerato euro 35 + prev. ; parterre secondo settore numerato euro 30 + prev. ; tribuna non numerata euro 25 + prev. )

Cristiano De André in concerto

Si è concluso il 16 dicembre al PalaBruel di Bassano del Grappa (VI) il tour di Cristiano De André con la Band, “De André canta De André” appunto, sulle orme del padre. Per la terza volta infatti, con grande successo e una serie lunghissima di concerti sold out iniziata a primavera 2017, il cantautore ha portato sul palco le canzoni di Faber, cioè un pezzo fondamentale della storia della musica d’autore, reinterpretate con sensibilità, rispetto, nonché grande talento. A questo concerto seguirà un’ultima data in duo acustico con lo strepitoso chitarrista Osvaldo Di Dio, quindi l’appuntamento live è rinviato al prossimo anno con la promessa di nuove sorprese e soprattutto un nuovo album di composizioni originali di Cristiano De André.

Raccontare un concerto del genere non è certo facile: innanzitutto perché l’immensa eredità artistica di Fabrizio, raccolta più che degnamente e riproposta con personalità e affetto dal figlio, musicista completo attorniato sul palco a sua volta da validissimi professionisti, non può essere vissuta senza un notevole coinvolgimento emotivo, e poi perché si rischia di cadere nella banalità di un confronto stilistico, che in questo caso non crediamo possa aver senso. E poi perchè pensiamo che un concerto simile vada essenzialmente vissuto e goduto come esperienza personale, e quella di sabato scorso è stata (almeno per il momento) l’ultima, ottima, possibilità.
Abbiamo visto ragazze e ragazzi cantare a memoria ogni parola, signori e signore che seguivano i concerti di Fabrizio entusiasmarsi, coetanei di Cristiano applaudirlo con convinzione e gratitudine. Ci sono stati momenti di rispettoso silenzio e grande coinvolgimento emotivo, di vera commozione, ed altri in cui era impossibile non battere le mani a tempo e saltare, tutti, sulle sedie. Cristiano stesso in alcuni brani molto emozionato, ha riproposto diversi pezzi del padre tra i più noti ed amati dal pubblico, ma anche episodi a forte carattere sociale, presentando il concerto come una sorta di “messa laica” nella quale l’individuo è al centro di un percorso di crescita e di salvezza.

Il repertorio proposto in questo spettacolo spaziava attraverso l’intera produzione di Fabrizio, dando un vestito nuovo ed una luce particolare proprio a quei brani che a dispetto del tempo riescono ancora a trasmettere valori universali e pur sempre attuali come, ad esempio: Il testamento di Tito, La guerra di Piero, La canzone del Maggio, Khorakhanè. In particolare proprio La guerra di Piero, riarrangiata in modo essenziale e sublime dal bravissimo Osvaldo Di Dio, e quasi recitata da Cristiano De André in piedi al centro del palco inondato da un faro bianco, è stato un momento toccante, decisamente profondo e ricco di intensità.
Ottimi, abbiamo detto, i musicisti sul palco: oltre al già citato Osvaldo Di Dio alle chitarre e ai cori, troviamo alle tastiere e alla terza chitarra Max Marcolini, al basso Massimo Ciaccio ed il fedele Davide Devito (presente come Di Dio fin dal primo tour) alla batteria. Molto belle ed accurate le luci dello spettacolo, e di notevole effetto, pur nella sua semplicità, “l’abbraccio” della scenografia.
Da questo tour, come del resto dai due precedenti, è stato tratto un bel disco live, De André canta De André Vol. 3  appunto, che contiene dodici brani, scelti soprattutto fra quelli presentati per la prima volta in questa edizione del concerto, che riportano fedelmente la splendida atmosfera e il forte coinvolgimento emotivo che una scaletta come quella proposta da Cristiano suscita.
Ancora una volta possiamo dire che il ritorno sulle scene di De André figlio è stato una bella occasione per riascoltare e riassaporare pagine musicali che definire capolavori sappiamo bene non essere per nulla esagerato, riproposti nella migliore veste possibile da colui che ne ha l’autorevolezza più di chiunque altro.
Gli interminabili applausi finali, l’abbraccio del pubblico, le ovazioni, le richieste di bis anche oltre il tempo di una ragionevole chiusura di scena, a luci accese, nonché un piccolo groppo in gola, sono assolutamente meritati e, senza ombra di dubbio, davvero dovuti.
In attesa che Cristiano De André riprenda a cantare, anche e soprattutto, Cristiano.

Concerto di Bassano del Grappa, 16 dicembre 2017

Canzone del maggio
Sinàn Capudàn Pascià
‘A cimma
Don Raffaè
Khorakhané (A forza di essere vento)
Dolcenera
Una storia sbagliata
Coda di lupo
Hotel Supramonte
Il testamento di Tito
Canzone per l’estate
Il bombarolo
La collina
Creuza de mä
Amore che vieni, amore che vai
La guerra di Piero
Quello che non ho
Fiume Sand Creek

A dumenega
Volta la carta
Il pescatore
La canzone dell’amore perduto

Cristiano De André in concerto a Padova, 12 maggio 2017

Prosegue il tour di Cristiano De André, che dal 6 marzo di quest’anno è impegnato nel “De André canta De André Tour 2017”, una nuova tappa nel percorso di riavvicinamento e reinterpretazione nelle opere di Faber che Cristiano affronta arrangiando e interpretando con occhi moderni l’eredità musicale del padre.

A dicembre, il tour farà tappa in quattro città italiane:

7 Dicembre – Teatro la Fenice – Senigallia
12 Dicembre –
Obihall – Firenze
15 Dicembre –
Teatro Duse – Bologna
16 Dicembre –
Palabassano2 – Bassano del Grappa

Cristiano torna dunque a Firenze e Bologna dopo le due date primaverili del 7 marzo a Firenze e del 28 marzo a Bologna. “Tornerò presto”, aveva promesso, e ha mantenuto la parola.

Nel frattempo, lo scorso ottobre, è uscito “De André canta De André Vol. III”, terzo album di Cristiano in cui ripropone, rilegge e reinterpreta i capolavori di papà Fabrizio e il suo sound unico e tanto amato – dopo De André canta De André – Vol. 1” (2009) e “De André canta De André – Vol. 2” (2010).

“Voglio vivere così, nelle spume degli angeli, tra le infinite cadute delle stelle, nella casa che mi hai costruito, dove abita il tuo profumo – commenta con parole ispirate Cristiano De André – Voglio vivere ancora vent’anni nel calore del tuo abbraccio, nel maestrale, fra gli alberi e le foglie. Fra i rami di rosmarino e nella giostra delle lepri, nelle notti dei fantasmi sulle tegole e nell’ignoto delle onde in cerca di un porto, come la tua attenzione. Per questa luce di giustizia e in questa strada che guarisce, voglio vivere e imparare ancora come si fa”.

Quella di Firenze, in particolare, non sarà una data come le altre: in quel teatro infatti Faber ha lasciato ricordi indelebili: qui fu registrato gran parte dello storico live “Fabrizio De André in concerto – Arrangiamenti PFM” e proprio per questo il teatro ha chiesto e ottenuto di poter intitolare a Fabrizio De Andrè la strada dove è situato l’ingresso. Sarà quindi un live ancoa più intenso, una rievocazione di atmosfere, musiche ed emozioni che Faber ha seminato e che ora il figlio Cristiano cura e fa crescere nel cuore di chi lo ha ascoltato.

Cristiano De André in concerto a Padoba, 12 maggio 2017

Cristiano De André ha ripreso dopo alcuni anni, il suo progetto live De André canta De André, che già aveva riscosso un grande successo tra il 2009 e il 2010 e dal quale erano stati tratti due cd/dvd dal vivo. Il tour di quest’anno, che vede una scaletta completamente diversa e nuovi arrangiamenti originali, è arrivato ieri sera 12 maggio a Padova, nella bella cornice del Gran Teatro Geox, uno spazio da 4500 posti a sedere che ha una buona acustica e un’ottima visibilità.

In questi anni in cui Fabrizio De André manca ai tanti che hanno apprezzato la sua musica, in molti si sono accostati alla sua opera reinterpretandolo e ricantandolo in tutti i generi e in tutti i modi; ma se c’è davvero qualcuno che può rendergli davvero degnamente omaggio è suo figlio Cristiano, musicista di grandissimo talento, polistrumentista e interprete di profonda sensibilità. Questo tour vuole essere infatti non soltanto un omaggio, ma una rivisitazione dell’opera del grande cantautore genovese affinché le nuove generazioni possano avvicinarsi e godere del patrimonio artistico e letterario deandreiano. E chi meglio di suo figlio avrebbe potuto intraprendere questa avventura, a costo di scontrarsi magari con chi vede Cristiano vivere “all’ombra” di Faber? Nella scelta dei brani in scaletta, nella rielaborazione e nell’interpretazione sincera e personale dei brani del padre, Cristiano De André dimostra una maturità artistica non comune e si impone sul palco con grande consapevolezza e talento.

Il concerto si apre con i due versi de La canzone del Maggio, scanditi al centro della scena con solo la chitarra al collo, dopodiché si passa a due brani tratti dall’album Creuza de ma, forse il progetto più alto di De André padre, in lingua genovese: Sinan Capudan Pascià e ‘A cimma, in cui imbraccia il buzuki. La scelta di questi primi brani, scelti tra quelli meno noti, dimostra la volontà (poi spiegata al pubblico) di rivalutare anche quelle canzoni a cui il grande pubblico si è avvicinato di meno, il suo desiderio infatti sarebbe anche quello di portare la musica di Fabrizio oltre oceano.

Cristiano De André suona alternativamente la chitarra, la tastiera nei momenti più intensi ed intimi, come nella splendida Hotel Supramonte, Amore che vieni amore che vai e nel brano che conclude il concerto, La canzone dell’amore perduto, e il violino in Don Raffaè e ne Il Bombarolo, e nei bis in Volta la carta e naturalmente Il pescatore cantata in coro dal pubblico in cui, con grande grinta interpretativa, canta e suona contemporaneamente.

Sul palco, accanto a De André, una band di musicisti eccezionali composta da: Osvaldo Di Dio, che lo accompagna ormai da moltissimi anni alle chitarre, Davide De Vito alla batteria, Massimo Ciaccio al basso e Max Marcolini alle tastiere, chitarre e programmazioni.

Uno dei momenti più significativi del concerto, è l’interpretazione intensa e quasi teatrale de La guerra di Piero: da solo, a centro palco, illuminato da un semplice faro bianco, Cristiano scandisce le parole di una delle più celebri canzoni della storia della musica italiana quasi come fosse una preghiera, anzi, una meravigliosa preghiera laica, accompagnata dal movimento delle mani (libere dagli strumenti) che ne sottolineano il senso. Il nuovo arrangiamento prezioso, lento ed emozionante, è di Osvaldo Di Dio.
Il teatro è praticamente pieno e il pubblico composto da persone di tutte le età partecipa emotivamente allo spettacolo: c’è chi canta dall’inizio alla fine sottovoce, c’è chi si scatena in cori e battimani, c’è chi rimane quasi tutto il tempo in “religioso silenzio” ed ogni tanto si asciuga una lacrima. Alla fine, durante i 4 bis, tutti accorrono sotto al palco per dimostrare a chi sta sopra il proprio gradimento, ma anche per la voglia di divertirsi fino all’ultimo scatenandosi al ritmo degli ultimi splendidi brani. Gli applausi sono infiniti; De André e i musicisti più volte si inchinano, ringraziano, la gioia e la soddisfazione sono evidenti sui loro volti, in particolare nel viso di Cristiano, che continua a stringersi simbolicamente al pubblico in un abbraccio, si china a stringere mani, sorride, si asciuga il sudore, saluta e non si decide a lasciare il palco in un tripudio di applausi e grida di acclamazione.

Due ore e un quarto di musica e di emozioni a fiumi, ma soprattutto per Cristiano De André un’altra sfida vinta, quella di un musicista completo e maturo che, nonostante il nome un po’ ingombrante che si porta addosso, ha saputo dimostrare ancora una volta il proprio valore e il grande impegno di artista e di uomo.

Altre date:

15 maggio Milano
19 maggio Montecatini (PT)
20 maggio Torino
22 maggio Pordenone
28 maggio Scandiano
16 agosto Diamante (CS)
12 ottobre Napoli
14 ottobre Roma

 

Scaletta Concerto
Padova, Gran Teatro Geox, 12.05.2017

Canzone del Maggio
Sinan Capudan Pascià
‘A cimma
Don Raffaè
Khorakhané (A forza di essere vento)
Dolcenera
Una storia sbagliata
Coda di lupo
Hotel Supramonte
Il testamento di Tito
Canzone per l’estate
Il bombarolo
La collina
Creuza de ma
Amore che vieni, amore che vai
La guerra di Piero
Quello che non ho
Fiume Sand Creek

BIS

A dumenega
Volta la carta
Il pescatore
La canzone dell’amore perduto
 

 

Foto e report di Valeria Bissacco

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Cristiano De André ritorna finalmente dal vivo nel 2017 con il “De André canta De André Tour 2017” che, partendo lunedì 6 marzo dal Teatro Galleria di Legnano (Mi), lo porterà ad esibirsi sui palchi di numerose città italiane.

La tourneé vedrà Cristiano De André interpretare sul palco un repertorio ricco di brani del padre, tra cui quelli contenuti nei progetti discografici “De André canta De André – Vol. 1” (2009) e “De André canta De André – Vol. 2” (2010), insieme e ai suoi brani più celebri.

«De André canta De André è un progetto che mi ha permesso e mi permette di portare avanti l’eredità artistica di mio padre – scrive Cristiano De André nella sua autobiografia, “La versione di C.” –  caratterizzandola però con nuovi arrangiamenti che possano esprimere la mia personalità musicale e allo stesso tempo donino un nuovo vestito alle opere, una mia impronta. Mi auguro che così facendo la poesia di mio padre possa arrivare a toccare le anime più giovani, a coinvolgere anche chi non ascolta la canzone prettamente d’autore».

Ecco le prime date confermate:

6 marzo – Teatro Galleria – Legnano (Mi);
7 marzo – Obi Hall – Firenze;
18 marzo – Teatro Mandanici – Barcellona Pozzo di Gotto (Me);
28 marzo – Auditorium Manzoni – Bologna;
20 aprile – Teatro Ponchielli – Cremona;
21 aprile – Creberg Teatro – Bergamo;
27 aprile – Teatro Regio – Parma

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Si è conclusa la 19ª edizione del festival “AstiMusica”. La rassegna, ospitata dal 9 al 27 luglio in Piazza Cattedrale ad Asti è diventata un momento imperdibile per l’estate piemontese.
Anche quest’anno il cartellone ha regalato tanti concerti interessanti, portando nella città dell’Alfieri, artisti del calibro dei Morcheeba, di Cristiano De Andrè, Camaleonti, Renzo Rubino e molti altri. Un occhiolino è stato strizzato anche ai giovani, grazie alla performance del rapper Clementino, purtroppo rovinata da una pioggia incessante.
ra i momenti più belli, ricordiamo sicuramente il concerto di Aldo Tagliapietra. L’ex frontman e voce de Le Orme, è stato accompagnato dalla band prog astigiana La Locanda delle Fate.

Ecco una gallery con alcuni degli ospiti a cura di Vincenzo Nicolello

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Alla vigilia dei due concerti piemontesi (Asti 23 luglio e Torino 24) abbiamo intervistato Cristiano De André. Una bella chiacchierata in cui abbiamo affrontato i vari temi della sua esistenza: dalla sua infanzia vissuta nel salotto buono della musica genovese, al suo legame con il Festival di Sanremo, fino a passare a quel cognome tanto pesante, quanto stimolante per la carriera di un giovane artista, che oggi è diventato uomo maturo ed affermato.

Cristiano, con il tour “Via dell’amore vicendevole” stai andando in giro per l’Italia. Cosa proponi in questo live?
«In questo concerto porto sui palchi italiani la mia maturità artistica che a 52 anni posso dire di aver raggiunto. Canterò il mio repertorio, sia quello attuale che quello del passato, magari rivisitando quei brani che la gente ha imparato ad amare. Ovviamente non dimentico mio padre, cui dedico alcuni pezzi a mio padre, per il quale nutro un grande affetto e altrettanta stima. In poche parole parlo di me stesso e di ciò che mi è intorno».

A proposito di tuo padre: il cognome che porti è stato per te uno stimolo o un fardello da portare
«La cosa più difficile è stata quella di far passare il concetto che io sono Cristiano De Andrè, un artista con una sua carriera, un suo repertorio, una sua identità. Oggi credo che questo messaggio sia stato assimilato dal pubblico, che mi ascolta per ciò che suono. Certo non posso cancellare di essere figlio di Fabrizio e nemmeno lo voglio fare. La prova è che mi piace cantare i suoi brani e ricordarlo con tanta nostalgia».

Quando è stato il momento in cui il figlio di De André e diventato Cristiano De André?
«Credo quando ho portato in giro le sue canzoni. E’ stato quello il momento in cui ho superato questa inibizione. La svolta è arrivata nel suo ultimo tour, quando anche lui mi ha finalmente trattato come un collega, come un musicista da rispettare. Purtroppo poi se n’è andato».

Tu sei cresciuto in un salotto in cui sin da bambino mangiavi pane e musica. Il fatto che tu abbia seguito le orme di tuo padre è stata una conseguenza ineluttabile? Avevi altri sogni?
«Credo di non aver mai sognato di fare altro. La musica ce l’ho nel sangue sin da bambino ed è la cosa che mi piace di più al mondo. Non è stata assolutamente una forzatura, anzi, se devo essere sincero mio padre ha cercato più volte di mettermi in guardia, per cercare di farmi cambiare idea. L’unico rammarico è che non sia qui con me, perché probabilmente sarebbe il mio migliore collaboratore musicale».

Parliamo del tuo rapporto con il festival di Sanremo. Non hai mai vinto, ma in compenso ha sempre portato a casa i premi della critica, fin dalla tua prima apparizione. Non ti sei mai chiesto se quello sia il palco giusto per te?
«Credo che il festival sia un luogo stimolante ed un posto ideale per esporre le proprie idee. Credo di non aver mai voluto portare brani facili e ideali per quella rassegna, ma allo stesso tempo penso di aver raccolto sempre l’apprezzamento del pubblico e della critica. Anche quest’anno ho presentato Invisibili che sicuramente offriva un testo difficile e controverso. Prova ne è stata che il televoto lo ha bocciato, ma alla fine la critica ha deciso di premiarlo».

Dove sta andando Cristiano De Andrè, quali sono i suoi orizzonti musicali futuri?
«Sicuramente io credo più in me e l’obiettivo è quello di dire quello che penso. Io credo che il mio processo di crescita sia costante, la gente mi segue sempre più numerosa ed io sono felice di poter continuare con rinnovato entusiasmo».

Intervista a cura di Vincenzo Nicolello

Qui la photogallery dello scorso tour a Torino (Ph Marco Cometto) e a Roma (Ph Marco Cicolò)

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Con la vittoria di Arisa, si è conclusa ieri sera la 64esima edizione del festival della canzone italiana. La cantante ha sbaragliato la concorrenza (e i due avversari finalisti, Raphael Gualazzi & Bloody Beetroots e Renzo Rubino) aggiudicandosi l’ambito premio con il brano “Controvento”. Oltre alla gara canora vera e propria, alcuni ospiti si sono alternati sul palcoscenico del teatro Ariston: gli attori Claudia Cardinale e Terence Hill (nei panni di Don Matteo) e il comico genovese Maurizio Crozza, che è tornato con successo nello stesso luogo in cui lo scorso anno era stato contestato. Ligabue ha raccolto la standing ovation del pubblico eseguendo “Certe notti”, “La notte di dolore che uno ha”, e i nuovi brani “Il sale della terra” e “Per sempre”. Verso la mezzanotte anche l’artista belga Stromae ha catalizzato l’attenzione dei presenti proponendo una memorabile esecuzione del singolo “Formidable”. Anche i giovani hanno avuto un nuovo spazio e si sono esibiti in sequenza: Bianca, Vadim, Filippo Graziani, Veronica de Simone, The Niro, Zibba, Diodato, e infine il vincitore Rocco Hunt. I Big invece hanno eseguito le canzoni in gara nel seguente ordine:

Giuliano Palma, “Così lontano”
Noemi, “Bagnati dal sole”
Ron, “Sing in the rain”
Arisa, “Controvento”
Francesco Sarcina, “Nel tuo sorriso”
Perturbazione, “L’unica”
Giusy Ferreri, “Ti porto a cena con me”
Francesco Renga, “Vivendo adesso”
Renzo Rubino, “Ora”
Antonella Ruggiero, “Da lontano”
Raphael Gualazzi e Bloody Beetroots, “Liberi…o no”
Cristiano de André, “Il cielo è vuoto”
Frankie Hi Nrg, “Pedala”
Riccardo Sinigallia, “Prima di andare via” (fuori gara)

Oltre alla vittoria di Arisa, sono stati consegnati due premi a Cristiano de André (quello della critica ‘Mia Martini’ e quello per il miglior testo per il brano eliminato la prima sera, “Invisibili“), e un riconoscimento ai Perturbazione, che hanno avuto la benedizione della sala stampa, radio e tv. Se ne sono andati invece a mani vuote Renga, Noemi e Giusy Ferreri, che i pronostici iniziali quotavano molto in alto per l’ottenimento del titolo. A breve sarà online anche il nostro resoconto della serata “vista dal social”, con il Festival di Sanremo invece, l’appuntamento è per il 2015.

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Ieri sera, martedì 18 febbraio è stata inaugurata su Rai 1 la 64esima edizione del festival della canzone italiana. Dopo un video introduttivo firmato da Pif, Fabio Fazio e Luciana Littizzetto hanno fatto il loro ingresso sul palco dell’Ariston, per presentare le esibizioni degli artisti in gara. Per la prima serata si sono alternati sette big (su un totale di quattordici) che hanno cantato due brani a testa, tra i quali ne è stato selezionato uno da giuria e pubblico. Per quanto riguarda gli ospiti, in apertura si è esibito Ligabue, che ha omaggiato l’anniversario di nascita del compianto Fabrizio De Andrè, cantando “Crêuza de mä” accompagnato da Mauro Pagani, Dopo di lui è arrivata anche Raffaella Carrà, che ha presentato un medley con alcuni brani contenuti nel suo nuovo lavoro discografico. L’attesissimo primo artista internazionale approdato nella città dei fiori è stato infine Yusuf Cat Stevens, che ha eseguito “Peace Train”, “Father and son” e ha anche omaggiato i Beatles con “All you need is love”. Vi riportiamo in ordine di apparizione le esibizioni dei primi sette big, evidenziano il brano scelto per proseguire la gara:

Arisa, “Lentamente” e “Controvento”
Frankie Hi Nrg Mc, “Un uomo è vivo” e “Pedala”
Antonella Ruggiero, “Quando Balliamo” e “Da lontano”
Raphael Gualazzi e Bloody Beetroots, “Tanto ci sei” e “Liberi o no”
Cristiano De André, “Invisibili” e “Il cielo è vuoto”
Perturbazione, “L’unica e “L’Italia vista dal bar”
Giusy Ferreri, “L’amore possiede il bene” e Ti porto a cena con me

Vi aspettiamo questa sera su facebook per raccogliere in tempo reale con noi le impressioni su tutte le esibizioni, nel frattempo potrete leggere i commenti più divertenti pubblicati ieri, all’interno del nostro articolo dedicato alla “serata vista da twitter”.

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Patti Smith è molto affezionata al nostro paese, e spesso torna dalle nostre parti in occasione di alcune date dal vivo: quest’anno la poetessa del rock farà di più, organizzando un intero festival, il “My Festival“, che si terrà a Roma tra il 9 e il 25 aprile, precisamente all’Auditorium Parco della Musica. La manifestazione ospiterà eventi e concerti, oltre che ospiti provenienti da musica, cinema, teatro e letteratura: il meglio di ogni disciplina artistica sarà riunito in un unico luogo la prossima primavera, e il tutto sarà seguito personalmente da questa organizzatrice d’eccezione, con la partecipazione di Nicola Piovani, John Grant, Meshell Ndgeocello, Cristiano De Andrè, David Riondino, Pierpaolo Capovilla e Vinicio Capossela. Inoltre, Patti Smith si esibirà davanti al pubblico  in occasione di tre live, e il 14 aprile proporrà in esclusiva con la propria band l’album del 1975 “Horses”; ecco il programma dettagliato:

9 aprile – Proiezione DREAM OF LIFE di Steven Sebring

10 aprile – Concerto: THE SMITH FAMILY “Words And Music” (Patti Smith – Voce, Jackson Smith – chitarra, Jesse Smith – pianoforte  e la partecipazione di Tony Shanahan – basso)

11 aprile – Proiezione MEDEA di Pier Paolo Pasolini (Con Patti Smith, Bernardo Bertolucci e il moderatore  A.Sesti)

12 aprile – Inaugurazione mostra Memories di Marco Tirelli e Patti Smith

13 aprile – Concerto/Spoken word: THE POET SPEAKS – OMAGGIO A GINSBERG (Patti Smith – voce, Philip Glass – Piano e la partecipazione di Jesse Smith – Piano e Lenny Kaye – chitarra)

14 aprile – Concerto: PATTI SMITH & Her Band performing the album “HORSES” (Patti Smith – voce, Tony Shanahan – basso, Lenny Kaye – chitarra, Jack Petruzzelli – chitarra, Jay Dee Daugherty – batteria)