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Peter Hook & The Light live: catapultato indietro di 30 anni ad un concerto dei Joy Division

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Ebbene sì, Peter Hook dopo le incomprensioni con i New Order gruppo che nacque dalle ceneri dei Joy Division, libera il suo spirito e ritorna con questo nuovo progetto per reinterpretare quei 2 mitici dischi che vennero alla luce più di 30 fa. Allora, i JD forse non sapevano che la loro musica avrebbe influenzato tanti gruppi odierni (due su tutti Editors ed Interpol) ma erano certi e convinti che in quel momento nell’immenso mare musicale stava nascendo una “nuova onda”, un nuovo stile che portò 4 ragazzi capitanati dal frontman scomparso prematuramente, Ian Curtis ad incidere e produrre 2 uniche gemme oscure e sincopate chiamate “Unknown Pleasures” e “Closer”.

Un anno fa il nostro Hooky (nickname di Peter Hook) rielabora alcuni brani dei JD e publica un EP, ma la vera idea è quella di portare dal vivo in alcuni Club tutti i brani di quei due grandi dischi del 1980. E allora il via ad una sarabanda di concerti che attraverso l’Europa ed insieme a 4 ottimi session men , riporti in auge almeno per una sera la musica dark e alternativa che in quegli anni scaturì da una costola del punk rock.

L’occasione dunque è davvero ghiotta per me, e di nero vestito raggiungo la meta del concerto il mitico Live Club di Trezzo d’Adda; per me “dark aged” e allora New Wave addicted ascoltare e documentare con passione le gesta di Peter Hook and the Light , in una brumosa serata novembrina è un “Piacere sconosciuto” che proverò a descrivere .

Mi apposto sotto il palco, e nel rivedere un non più giovane Peter salire on stage imbracciando il suo basso elettrico dall’inconfondibile sound, mi vengono i brividi e allora chiudendo gli occhi per qualche secondo è come se fossi catapultato indietro di 30 anni ad un concerto dei Joy Division. Il suono è preciso e ben calibrato, praticamente il mix le sonorità sono identiche alle tracce originali ed anche la voce di Peter è sorprendentemente simile a quella rabbiosa di Ian Curtis.

Il concerto è in due atti, come 2 furono i dischi prodotti e l’immagine rappresentata sul megaschermo in background visualizza le copertine degli allora stupendi vinili uno bianco e l’altro nero. Cosa dire di più, la musica dal vivo unisce, e vedo giovanissimi tra anime dark che arrivano dagli eighties ballare insieme al ritmo di “Isolation” e “She’s Lost Control” in un crescendo che culmina con le due indimenticate perle finali che rispondono ai nomi di “Love Will Tear Us Apart” e “Ceremony”.

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