Peter Hook & The Light: i Piaceri (S)conosciuti del signor Hook (recensione...

Peter Hook & The Light: i Piaceri (S)conosciuti del signor Hook (recensione concerto)

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Ammettiamolo, per chi voleva criticare la serata che si è svolta sabato 10 novembre al Viper Theatre di Firenze, di spunti ce n’erano e i criticoni non mancano mai, quelli pronti a dire “sì ma non c’è Ian Curtis” “sì ma non sono i Joy Division” “sì ma non siamo a Manchester” “sì ma non è il 1980” e così via….

Personalmente devo solo ringraziare gli organizzatori e Peter Hook per la serata che hanno saputo regalarmi; per me che nel 1980 non ero neanche nei pensieri, potermi immergere per una sera nelle atmosfere di quella Manchester (la stessa raccontata in “Control”, film di Anton Corbijn sui Joy Division” proiettato a inizio serata) e ascoltare quei giri di basso suonati dalla stessa mano che li ha concepiti all’epoca è stata un’emozione indescrivibile.

Così già con “Atmosphere” in apertura ho potuto gustare il sapore della nebbia industriale inglese, quel sapore oscuro che tanto bene si accosta alle sonorità che furono dei Joy Division; come lampi sono poi arrivate in rapida successione “No love lost”, “Leaders of men” e poi “Disorder” , la mia preferita, con quel verso in apertura che ho sempre sentito mio in modo particolare: “I’ve been waiting for a guide to come and take me by the hand”.

Il pubblico partecipe, dentro a un club stracolmo, non ha fatto altro che amplificare la bellezza della serata e la voglia di suonare degli stessi musicisti sul palco, i The Light (davvero un’ottima band ad accompagnare il “mostro sacro” Peter Hook); è così stato poi il turno di pezzi quali “Day of the lords”, “Candidate”, “New dawn fades” e di un’intensissima e sempre rabbiosa “She’s lost control”, certamente uno dei pezzi più attesi, tanto da essere accolta con un boato, così come è accaduto al momento dei bis con “Isolation”, altra pietra miliare dei Joy Division e della new wave mondiale.

L’apice ovviamente si è raggiunto con il finale, in cui la poesia di “Love will tear us apart” si è mescolata con la solennità di “Ceremony” e personalmente ha saputo regalarmi dei veri e propri brividi. I Joy Division non torneranno. Ian Curtis non c’è più. Ma personalmente è stato bellissimo ricordarlo e celebrarlo con una serata così, la cui giusta conclusione può essere solo un “grazie” a chi l’ha organizzata e a chi ne ha preso parte.

Speriamo che qualcuno abbia scattato una foto del momento. E che Ian Curtis e i Joy Division possano con questo progetto di Peter Hook e questa serata in particolare esser stati conosciuti (e amati) da qualcuno in più.

“Picture me and then you start watching,
Watching forever, forever,
Watching love grow, forever,
Letting me know, forever.” (da “Ceremony”)

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